CHIRURGIA ESTETICA
Blefaroplastica
CHIRURGIA ESTETICA
L’intervento
L’intervento di blefaroplastca, che eseguiamo in anestesia locale con sedazione, implica due atteggiamenti diversi tra palpebra superiore ed inferiore; nel primo caso solitamente si rimuove la cute in eccesso in misura maggiore rispetto alla quantità di tessuto adiposo, questo consente di “ristilizzare” la zona orbitaria alleggerendo e aprendo maggiormente lo sguardo, al contrario per quanto riguarda la palpebra inferiore dove la rimozione cutanea è nettamente inferiore mentre l’asportazione di tessuto adiposo ben più marcata. Anche la blefaroplastica inferiore contribuisce al ringiovanimento della zona perioculare attraverso la sospensione mirata del muscolo orbicolare e della parte esterna delle palpebre (cantopessi). L’intervento di chirurgia plastica-estetica di blefaroplastica non è doloroso, non prevede ricovero, si torna a casa dopo una breve degenza di 2/3 ore, i punti di sutura vengono rimossi dopo 6 giorni, sono possibili delle ecchimosi che si risolvono spontaneamente in 8 giorni circa, ovviamente è presente per una quindicina di giorni un modesto gonfiore che si riduce giorno per giorno. Dopo un intervento di blefaroplastica il risultato definitivo è visibile dopo 3 mesi circa, le cicatrici, posizionate la superiore nel solco palpebrale e l’inferiore vicinissima al bordo ciliare, nel tempo sono scarsissimamente visibili. Nei soggetti relativamente giovani con la cute della palpebra inferiore ancora abbastanza tonica si può eseguire la rimozione delle borse adipose da un accesso chirurgico intrapalpebrale, la cosiddetta tecnica transcongiuntivale.
Blefaroplastica superiore e inferiore:
differenze
È fondamentale distinguere tra blefaroplastica superiore e inferiore. Sia perché le tecniche sono completamente diverse, rimuovendo essenzialmente pelle nella superiore e grasso nella inferiore, sia perché la difficoltà nella blefaroplastica inferiore è nettamente più accentuata.
Vediamone i motivi:
1
Nella blefaroplastica superiore la tecnica prevede di rimuovere l’eccesso di cute e muscolo sottostante e, in genere, questa non è mai così ampia da creare problemi nel post-operatorio. Infatti la maggior parte dei ritocchi viene eseguita per rimuovere pelle in più.
Nulla di grave insomma.
2
Nella blefaroplastica inferiore invece nascono i problemi. Infatti qui è il grasso a dover essere asportato per la maggior parte, e un minimo di cute, in genere 1-2 millimetri. Cosa succede allora se ci si sottopone a delle mani inesperte: il grasso che viene tolto non è sufficiente creando degli inestetismi molto evidenti (alcune borse evidenti e altre no) e cosa più grave la cute rimossa è troppa.
Così facendo si induce una retrazione al margine ciliare inferiore che si traduce in ectropion,
ovvero l’eversione del margine ciliare.
Questo è fastidiosissimo e possiamo provarne la sensazione tirando verso il basso la palpebra inferiore.
Inoltre provoca problemi di secchezza oculare.
La correzione di questo problema è ancora più complicata poiché oltre a riprendere la blefaroplastica bisognerà creare dei supporti al margine ciliare mediante dei lembi di sospensione del muscolo orbicolare.
Ma nei casi più gravi solo l’intervento di lifting medio-facciale potrà risolvere il problema.
In sostanza, un chirurgo non vale l’altro e quando si decide di farsi operare bisogna sempre chiedere,
durante la visita, delle foto di pazienti già operati per verificarne la bontà dei risultati.